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Stardust

La navicella Stardust è stata lanciata il 7 Febbraio 1999 dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral in Florida a bordo di un razzo Delta II. Scopo della missione catturare particelle della coda della cometa P/Wild 2 alla velocità di 6 km/sec e ad una distanza dal nucleo cometario di 300 km. Essa è la prima missione progettata dalla Nasa destinata a catturare materiale extraterrestre oltre l'orbita lunare.

Stardust

foto JPL-NASA

Dopo la raccolta dei campioni cometari, la sonda Stardust catturerà anche una certa percentuale di polvere stellare. Ambedue i tipi di elementi, dal cui esame gli studiosi si aspettano di trarre utili indicazioni circa la formazione del sistema solare, saranno incapsulati in una specie di materiale denominato aerogel.

Partita dunque in direzione della cometa, la missione della sonda Stardust si completerà in tre orbite attorno al Sole, dopo aver effettuato una prima raccolta di materiale stellare nel primo semestre del 2000, un flyby con la Terra nel 2001, una seconda raccolta di polvere stellare nel corso del secondo semestre del 2002, ed un flyby con l'asteroide Annefrank nel Novembre dello stesso anno. L'incontro con la cometa è avvenuto all'inizio del Gennaio 2004, quando la sonda, che si trovava ad una distanza di 1,85 UA dal Sole e di 2,6 UA dalla Terra, ha intersecato la traiettoria cometaria nel corso della sua seconda orbita attorno al Sole, raggiungendo una distanza minima dal nucleo della cometa di 250 km, con una velocità di 6,1 km/sec. Il prezioso carico sarà quindi riportato in direzione della Terra, e quindi paracadutato nell'atmosfera terrestre, nel Gennaio 2006.

Traiettoria orbitale

Il peso della navicella al momento del lancio era di 380 kg, incluso il propellente per le correzioni di manovra. Le sue dimensioni ammontano invece a 1,6 metri di lunghezza, 0,6 di larghezza e 0,66 di profondità. Fra la strumentazione: l'Aerogel Sample Collectors, per la raccolta delle particelle, il Comet and Interstellar Dust Analyzer, uno spettrometro per l'analisi in tempo reale della composizione delle particelle, la Navigation Camera, per la ripresa di immagini ad alta risoluzione del nucleo della cometa ed il Dust Flux Monitors, per il controllo del flusso di particelle. Completano la dotazione della Stardust la Sample Return Capsule, il contenitore con il quale saranno riportati a Terra le particelle, dei pannelli solari, batterie al NiH2, trasmettitori ed antenne per le comunicazioni da e verso la Terra tramite il Deep Space Network.

Missioni interplanetarie